sabato 22 settembre 2007

MOSTRARSI, ovvero rapporto da una collettiva (1)

Quando installo, la mattina, sono il primo. Mi scelgo il mio spazio sul muro e m’allargo pure un po’. Poi vado via mentre arrivano gli altri artisti e la situazione inizia a diventare caotica.

Il resto della giornata è solo una pausa, un’attesa.

L’evento inizia alle 19. Io sono lì alle 19:15, strano, normalmente la mia paranoia della puntualità mi fa arrivare in anticipo. C’è già un po’ di gente.

Lo spazio è grande e le opere sono sia all’esterno che all’interno. La maggior parte della gente sta all’aperto, fa caldo. Le mie cose sono all’interno.

Vado subito a vedere le mie cose. Ora sono circondate anche se non troppo e poi sanno come farsi notare. Le luci e altro mi fanno dubitare che quello sia lo stesso posto della mattina. Le mie cose sono lì ma anche loro sembrano diverse, più lontane, a tratti schiacciate, a tratti futili, a tratti meravigliose, eccetera eccetera. Le guardo, sto bene. Forse il miglior momento della serata.

D’improvviso scappo. Faccio un giro per vedere le altre opere esposte. C’è sempre più gente. Vedere le altre opere a volte mi fa sentire piccolo, inferiore. Altre volte c’è solo il piacere del guardare, di pensare questo mi piace. E poi: indifferenza, superiorità, pfui, sorrisi, biglietti da visita, sorprese. Come Alice divento gigante e poi minuscolo e ancora e vorrei un gatto matto o un coniglio da seguire. Fumo troppe sigarette: tema dominante.

1 commento:

Marco De rossi ha detto...
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